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Mirko Barbero ci racconta la sua esperienza con la Juventus Academy di Melbourne

Nei giorni passati abbiamo contattato Mirko Barbero, ex calciatore laureato in scienze motorie attualmente a Melbourne come allenatore della Juventus Academy, per conoscere quello che è il modello di lavoro della Juventus nei settori giovanili e di quale

sia l'approccio al calcio dei ragazzi Australiani.


Ciao Mirko, noi della Nuova Grosseto abbiamo deciso di contattarti per farti alcune domande sulla bellissima esperienza che stai vivendo da allenatore dell'Academy di uno dei Club più prestigiosi al mondo ovvero la Juventus; come ti stai trovando?


Mi trovo molto bene in questo nuovo ruolo. Ho sempre avuto l’idea di fare l’allenatore. Sto imparando tantissimo e sto vivendo un’esperienza molto formativa, sotto tutti i punti di vista, professionale e di vita. L’Australia è un paese stupendo, ricco di opportunità e brava gente. Qui ho trovato un club in cui si respira un clima molto familiare, mi sono sentito subito a casa.


Quale categoria alleni?


Alleno una squadra U9 (i nostri pulcini per intendersi) e una U13 (giovanissimi primo anno). Quest’ultima partecipa al campionato NPL, un campionato nazionale che potrebbe corrispondere al nostro campionato Elite. Inoltre sono coordinatore della parte atletica di tutte le categorie e svolgo sedute di personal training a giocatori che vogliono perfezionare le proprie abilità.


Qual è la vostra metodologia di lavoro?


Per quanto riguarda gli allenamenti, tutti seguiamo il modello proposto dalla Juventus che prevede la suddivisione della seduta in 4 parti: tecnico-coordinativa, tecnica in movimento, situazionale e partita a tema. Ogni allenatore poi crea le proprie esercitazioni come meglio crede, in base al livello della squadra e alle proprie idee. Almeno una volta al mese facciamo una riunione per fare il punto e confrontarci tutti insieme. In più abbiamo un allenatore che fa da referente per tre categorie: il club ha 39 squadre con circa 20 allenatori, ed avere un allenatore che coordina 2-3 categorie è utile per cercare di avere tutti la stessa filosofia di lavoro.


In realtà sappiamo che questa non è la tua primissima esperienza da allenatore, che tipo di differenze stai notando rispetto all'Italia?


Ovviamente ci sono differenze sia positive che negative. Una positiva, a mio modo di vedere, è che nella scuola calcio i club, per ogni categoria, separano i gruppi in base alla qualità e scelgono il livello di ogni squadra: KANGAROO (buono), WALLABIES (medio) e JOYCE (basso). Così facendo i bambini giocano con e contro altri bambini dello stesso livello ed hanno modo di crescere meglio e divertirsi. Anche la struttura dei campionati NPL è interessante: nella prima parte della stagione i gironi sono suddivisi per zona (East, West, North e South) e dopo 11 partite vengono raggruppate squadre in base alla classifica di ogni girone: le prime tre in un girone, dalla quarta alla sesta in un altro, dalla 7 alla dodicesima in un altro ancora. In questo modo nella seconda parte di stagione i campionati dovrebbero essere più livellati.


Qual è l'approccio dei bambini Australiano al calcio?


L'approccio è totalmente differente dal nostro. I bambini Australiani prendono il gioco del calcio principalmente per svago a differenza dei bambini Italiani dove lo scenario è totalmente diverso per via della grande passione e della cultura del calcio che c'è nel nostro paese.

Considera che indistintamente dall'età, i ragazzi Australiani arrivano al campo già cambiati e con gli scarpini, non fanno nemmeno la doccia a fine allenamento. Non hanno idea di cosa voglia dire vivere e condividere uno spogliatoio o forse non gli danno l'importanza che gli diamo noi Italiani.


Tuo padre Edo Barbero oltre ad essere stato un ex calciatore è un allenatore di calcio da tantissimi anni e attualmente il nostro coordinatore della categoria esordienti; ti confronti mai con lui?


Edo è sempre stato il mio più grande consigliere e tifoso quando giocavo, in quindici anni le partite che si sarà perso si contano sulle dita di una mano. Adesso continua ad esserlo. Ci sentiamo ogni giorno e ci confrontiamo. I suoi consigli sono sempre preziosi e più di una volta non gli ho voluto dare retta, per poi alla fine dargli ragione.



Nel giro di un mese sei passato da essere il capitano della Massese a diventare allenatore della Juventus Academy dall'altra parte dell'emisfero, non penso sia stato così semplice..


Ammetto che sia stata una scelta sofferta nonostante si trattasse di una grandissima opportunità per il mio futuro oltre che un'esperienza di vita incredibile. Sono sincero, mi manca un po’ il calcio giocato, ma sono talmente preso e appassionato da quello che sto facendo che non mi pesa il fatto di non giocare. Passare da giocatore a allenatore nel giro di un mese ti scombussola un po’. Cambiano tante cose, inizi a vedere e a vivere il gioco in maniera differente.




 
 
 

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